La risposta più scontata è: sempre.
Ed è ovvio, perché l’innovazione aziendale è alla base del progresso e della crescita di una azienda, è una delle espressioni più alte di creatività applicata ai problemi reali, ma è altrettanto ovvio che non tutte le aziende possono innovare sempre.
Sai perché?
Perché innovare è faticoso, ma è ancora più faticoso creare le condizioni per cui l’innovazione aziendale trovi terreno fertile.
La cultura dell’innovazione è alla base della risposta a questa domanda.
Perciò, riformuliamo: quando è il momento migliore dedicarsi all’innovazione aziendale se un’azienda ha una forte cultura dell’innovazione? Sempre, a partire da ora.
E quando è il momento migliore per innovare se un’azienda non ha tutta questa cultura dell’innovazione? Beh, ecco che la domanda prende diverse sfaccettature e si complica.
Perché le aziende non abituate ad innovare e innovarsi, rischiano di invecchiare velocemente e di dover superare momenti di crisi abbastanza tosti.
Questo è un articolo della serie “Fatti una domanda e datti una risposta” nella quale trattiamo, attraverso domande introspettive per la tua Azienda, temi che riguardano le disruption di questo tempo: dalla IA, alle nuove generazioni, dalla sostenibilità (ambientale, sociale, digitale) al fare “buona impresa“, dalla rivoluzione dei valori alla ricerca dell’identità aziendale.
Pront* a partire?!
Chiudi gli occhi e apri l’album dei tuoi ricordi
Ricordi quando, in vacanza magari, vedevi un paesaggio talmente suggestivo che avresti voluto portarlo con te per sempre e conservarlo intatto nella tua memoria proprio come lo stavi ammirando? Allora allungavi la mano, prendevi il tuo zaino, tiravi fuori la tua macchina fotografica, tutto era pronto per scattare. Tap! Tap! TapTapTap! Perché non ha scattato?!
Il rullino!!!
Guardi il numerino accanto al tasto per lo scatto: 24. Hai fatto troppe foto. Ma come è possibile, abbiamo iniziato le vacanze due giorni fa, e pensare che nessuna di queste foto ritrae la cena consumata in riva al lago proprio l’altro ieri… Mah!
Cerchi nello zaino, vai a tatto: tocchi tutto, la borraccia, fazzoletti, un cilindretto… Eccolo!
Rimuovi il vecchio rullino aprendo la parte retrostante della macchina fotografica, inserisci il nuovo, fai scattare il rullino nella giusta posizione, corri e cerchi l’angolazione perfetta per il tuo paesaggio e… Click! L’otturatore scatta, la luce penetra fino alla pellicola, l’immagine è ormai impressa.
Hai fatto bene a prendere un rullino di riserva.
Kodak, te la ricorderai, è l’esempio perfetto di una azienda che aveva i mezzi, ma che, per lentezza o per altri problemi non ha innovato ed ha perso tutta l’autorevolezza acquisita con pellicole e film non appena è partita la rivoluzione della fotografia digitale.
Chissà che azienda sarebbe oggi Kodak se solo avesse colto i segnali e li avesse arginati (o cavalcati).
L’innovazione aziendale è sempre utile, ma a volte è proprio necessaria
Nei momenti di crisi, una delle uniche carte in nostro possesso è proprio quella di innovare.
È sotto gli occhi di tutti che il mondo sta andando verso un periodo di crisi (climatica, sociale, politica, lavorativa, puoi completare a piacimento), con il clima che è sempre più imprevedibile e dannoso, guerre che scoppiano o che minacciano di scoppiare da un giorno all’altro, equilibri politici sull’orlo del rasoio, per non parlare della percezione che l’IA ci stia per soppiantare tutti. E si potrebbe continuare all’infinito ad elencare le macro-problematica dei nostri giorni…
Noi ci concentriamo però sulla parte lavorativa.
E ciò che mina il lavoro, oggi, paradossalmente sembra essere questa fantomatica Intelligenza artificiale progettata dall’essere umano per facilitarlo…
È plausibile?
Sì e no. Alcuni lavori probabilmente cesseranno di esistere, altri invece verranno potenziati dalla IA, altri invece sono a rischio se non si innovano…
Probabilmente per il momento chi svolge un lavoro manuale ha più certezze sul futuro di una persona impiegata. Se durante la rivoluzione industriale la peggio l’hanno avuta i “colletti blu” ora pare esser arrivata l’ora dei “colletti bianchi”.
Preferiamo però aggiungere una cosa: è arrivata l’ora di alcuni colletti bianchi, e cioè di coloro che non hanno intenzione di re-inventarsi e di innovare la propria azienda. Questo probabilmente è vero.
Da dove partire allora per innovare le aziende? Cosa è e come funziona l’innovazione.
Non esistono formule magiche per innovare, ci dispiace dirlo così brutalmente.
L’innovazione è, secondo il dizionario Treccani, “l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione e simili”.
Perciò, a livello pratico, una azienda per innovarsi può lavorare su:
- Procedure: un’azienda può decidere di rivedere le procedure al fine di migliorare le prestazioni di un singolo momento nel ciclo lavorativo.
- Prodotto o servizio: ci si può concentrare sul migliorare un prodotto già esistente o di crearne uno totalmente nuovo, che sia disruptive rispetto al passato, ma imparando da esso.
- Tecnologia: puoi decidere di implementare nuove tecnologie per fare la differenza sia verso l’interno, sia verso l’esterno.
- Business model: (per i più temerari) stravolgere il come e il perché una azienda fa quello che fa… Mica robetta!
Ci sono però delle condizioni precise, perché è facile dire “innoviamo” e poi perdere il filo della matassa.
Per innovare serve un mix di tanti elementi, dalle soft skills personali, al momento, all’asset aziendale: strategia, cultura, tecnologia, creatività però sono fondamentali.
Un’ambiente favorevole per creare innovazione aziendale dovrebbe avere un mix di:
- Visione chiara da parte del leader, affinché non si perda mai la bussola, ma con lo sguardo anche rivolto al passato per rimanere coerenti con quello che si è stati.
- Propensione al rischio (calcolato e progettato).
- Creatività libera, che porti anche fuori dagli schemi classici. Le migliori idee potrebbero arrivare da chiunque, quindi meglio sospendere il giudizio!
- Empatia nei confronti di clienti e colleghi, per comprendere le esigenze, frustrazioni, bisogni non detti. Utilizzare l’empatia, ancor prima dei dati è un ponte per connettersi direttamente a chi beneficerà dei prodotti o dei servizi dell’azienda.
- Diversità del team di sviluppo, sia per background personale che per mansione in azienda: teste diverse si sommano, teste uguali rischiano di entrare in conflitto.
- Sfruttare gli strumenti che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione
- Non dimenticare la sostenibilità (ambientale ma anche sociale), che potrebbe dare degli spunti interessanti.
Questi sono solo alcuni degli ingredienti che possono essere utili quando si vuole innovare…
Abbiamo trattato poco la cultura dell’innovazione aziendale, ma quest’ultimo aspetto, è imprescindibile in un’azienda che cerca di migliorarsi e che vuole ottenere di più.
C’è chi ha una propensione naturale e chi invece deva lavorarci. Di quest’ultimo aspetto parleremo nelle prossime uscite, nel mentre però…
Immagina…

Hai sempre sognato di creare un’attività che andasse oltre al generare denaro e creare ricchezza. L’amore per l’arte, la letteratura ti portano a vedere un’azienda come un insieme di esseri umani mossi dallo stesso scopo ai quali è doveroso migliorare la qualità di vita e creare un vero e proprio spirito comunitario.
Avvii la tua impresa e decidi di perfezionare la produzione e di modificare ciò che poteva esser migliorato. La passione per l’arte ti dice che vale la pena creare un qualcosa sì di funzionale ma che abbia anche un involucro e un’ottimizzazione ben progettata. Il design diventa uno dei capisaldi della tua azienda, fin dai primi anni di esistenza.
Gli anni passano e il tuo nome diventa sinonimo di eccellenza, ma non solo. Si sparge la voce che, se da una parte l’efficienza deve esser sempre garantita, dall’altra hai un occhio di riguardo per gli orari dei tuoi dipendenti. In più pare che tu abbia iniziato a creare in azienda servizi, infrastrutture e pratiche di welfare e benefit mai visti prima.
Non è più un’azienda, inizia a sembrare una comunità, con un senso di responsabilità del singolo e di tutta la struttura molto forte.
Ma ad un certo punto…
Ecco la disruption!
Sfrutti l’avanzamento tecnologico per innovare tutto: hai capito che se continui per la strada del passato perderai in primis un’opportunità di miglioramento senza precedenti, per non parlare della possibilità di migliorare ulteriormente la vita delle persone.
Abbracci quindi la tecnologia che mette al sicuro il tuo business e i tuoi dipendenti.
Diventi leader nel tuo settore, portando l’Italia in un’ottica concorrenziale e all’avanguardia.
Devi comunicare e fare tutto per bene.
Le pubblicità dei tuoi prodotti diventano iconiche, tanto da creare stampe e rivenderle per anni.
Sul tuo modo di intendere l’azienda verranno scritti saggi e libri, per far sì che la tua visione non venga persa: probabilmente eri un precursore un po’ incompreso quando hai ideato la struttura aziendale.
I tuoi valori rimarranno nella storia, diventi un esempio da seguire.
Non solo una questione di profitti…
È proprio questa la filosofia: non è solo una questione di profitti.
Ogni decisione doveva tenere conto non solo dei risultati economici, ma anche del benessere delle persone e della crescita culturale e sociale della comunità circostante: sviluppi servizi per i dipendenti, come asili nido per i figli, mense di qualità e assistenza sanitaria gratuita, estesa anche alle famiglie.
Anche l’ambiente di lavoro doveva essere ricercato ed esteticamente confortevole: luce naturale, presenza di verde negli spazi comuni e design degli spazi curato e funzionale. L’azienda non è solo il luogo in cui si lavora, bensì il manifesto della filosofia che la muove.
Ed eccoci. Questo caso di studio è basato sulla vita della Olivetti, nata da Camillo Olivetti e portata al top dal figlio Adriano, ha generato alcuni dei più iconici pezzi di design. Negli anni 50/60 diventa leader della progettazione delle macchine da scrivere (o meglio dire, macchine per pensare) e negli anni 70/80 dell’informatica, tanto da riuscire a giocare ad armi pari con le big come IBM ed Apple.
La filosofia “futuristica” per i tempi di Adriano Olivetti è ora paragonabile a una solida strategia CSR: servizi per i dipendenti, salari commisurati e, anzi, più alti rispetto alla media nazionale, gestione aziendale democratica, incentivi alla cultura direttamente in azienda, corsi di formazione specialistica e professionalizzante.
Oggi Olivetti è una divisione di Telecom Italia e fornisce soluzioni IoT alle aziende passando dalla produzione di hardware a quella di software e smart devices.
Cosa ci racconta il Case Study di Olivetti? 8 punti per riassumere
- La persona al centro: mettere il benessere dei lavoratori al centro aumenta produttività e fidelizzazione e rafforza l’identità aziendale.
- L’impresa come strumento per il bene comune: la visione umanistica del profitto permette di sviluppare una azienda insieme alle comunità territoriali.
- Innovazione tecnologica continua: avere un occhio attento al proprio business e alle evoluzioni possibili che potrebbero verificarsi e contemporaneamente fare cultura costante dell’innovazione permette di anticipare i tempi.
- Unire fattori che creano valore: l’unione di tecnologia e design è stata per Olivetti la scelta vincente. Unire il tuo settore ad un altro e farlo evolvere, potrebbe essere una carta vincente.
- Sviluppo della Comunità interna ed esterna: investire sui legami sia internamente (tra i tuoi dipendenti) sia esternamente (nella comunità circostante) ti permette di generare cultura e progredire insieme.
- Cultura aziendale volta all’inclusività: promozione del dialogo, partecipazione e rispetto reciproco sono fattori che contribuiscono al successo.
- Spirito di adattamento: come Olivetti, dalle macchine da scrivere, ai computer, all’IoT. Adattarsi ai cambiamenti e diversificare le competenze è cruciale per rimanere in piedi.
- Anche l’occhio vuole la sua parte: un ambiente di lavoro pensato e progettato ad hoc stimola la creatività e il senso di appartenenza.
Ora chiediti…
La mia azienda è pronta a reinventarsi se il mercato lo richiede? Sto sfruttando fattori come l’innovazione tecnologica per distinguere i miei prodotti o servizi? Il mio prodotto comunica i valori della mia azienda? Come posso migliorare la qualità della vita e il benessere dei miei dipendenti per renderli più motivati e creativi? Sto facendo cultura dell’innovazione?
Tocca a solo a te!
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