Per la rubrica: Fatti una domanda e datti una risposta

La tua Azienda è pronta ad accogliere le nuove generazioni di clienti?

Una riflessione sul futuro della tua azienda e sui tuoi nuovi possibili clienti. Troverai domande, un esercizio immaginativo, un case study pertinente e magari qualche spunto.

Le nuove generazioni sono la linfa vitale del mondo… e anche della tua azienda.

Sì, Capitan ovvio è qui (e se non te lo ricordi potresti proprio esser tu la nuova linfa delle aziende).

Speriamo di non averti fatto spoiler, ma se nella tua azienda gravitano pochi giovani, potresti avere un grande problema nei prossimi anni.

Le nuove generazioni, Millennial, GenZ e GenAlpha, pensano già in modo molto differente tra loro, ma il divario generazionale si fa sentire ancor di più quando se si aggiungono all’equazione Boomer e Gen X.


Questo è un articolo della serie “Fatti una domanda e datti una risposta” nella quale trattiamo, attraverso domande introspettive per la tua Azienda, temi che riguardano le distruption di questo tempo: dalla IA, alle nuove generazioni, dalla sostenibilità (ambientale, sociale, digitale) al fare “buona impresa”, dalla rivoluzione dei valori alla ricerca dell’identità aziendale.

Pront* a partire?!

Generazioni a Confronto: chi sono?

Le “etichette” generazionali vengono date in base all’anno di nascita di ogni persona. È scontato da dire, ma una donna nata nel 1927 avrà vissuto gli effetti della Prima Guerra Mondiale e l’inizio della Seconda, avrà visto la febbre spagnola, vissuto il boom del secondo dopoguerra, gli anni 60 delle rivoluzioni studentesche, avrà vissuto il passaggio dalla radio alla TV e dalla TV in bianco e nero alla TV a colori, avrà visto, di anno in anno sempre più migranti entrare in Italia e sempre più giovani partire per l’estero. Possiamo dire con estrema certezza che avrà fatto esperienze profondamente differenti rispetto a ciò che può aver vissuto una donna nata nel 1987.

Il vissuto plasma le persone persone, le abitudini, i ragionamenti, i comportamenti.

Da qui le macro-suddivisioni generazionali: le persone che rientrano nella GenZ avranno, tendenzialmente, problemi, vissuto, ricordi comuni, nonché età e momento di vita simili.

Ma tra GenZ e GenX, essendoci circa una cinquantina di anni di differenza, è altamente probabile che vissuto e problemi siano agli antipodi.

Qui uno schema che riassume ogni generazione e le caratteristiche fondamentali.
Troverai gli eventi storici principali che le hanno segnate, le caratteristiche emotive, e alcuni punti che le definiscono in ottica di consumatori.

Baby Boomer o Boomer (nati tra il 1946 e il 1964):

Sono nati nell’era del Boom Economico del secondo dopoguerra, hanno vissuto da vicino la fine della seconda guerra mondiale e la Guerra Fredda, i movimento per i diritti civili, rivoluzione sessuale.

Persona rappresentante la generazione dei baby boomer: è un uomo sui 60 anni, bianco, con capelli e barba imbiancati. Sorride in maniera dolce e amichevole. Sul capo ha disegnato in vettoriale un cappello tipico degli anni 60.

Sono:

  • Ottimisti, hanno uno spiccato senso del dovere, una forte etica del lavoro e credono nei valori tradizionali.
  • Sono consumatori fedeli ai marchi di cui hanno fatto esperienza. Preferiscono l’esperienza di acquisto tradizionale.

Generazione X (nati tra il 1965 e il 1979):

Sono nati durante la Guerra Fredda, hanno vissuto il passaggio del lavoro da manuale a sempre più affidato ad un computer, hanno vissuto l’epoca dei videogiochi arcade, e la nascita di MTV.

Persona rappresentante la generazione X: è una donna sulla cinquantina, nera, con le treccine e sorride mostrando i denti. Ha un'espressione dolce. Sul viso ci sono un pio di occhiali disegnati in vettoriale tipici degli anni '70 / '80.

Sono:

  • indipendenti, hanno un atteggiamento piuttosto scettico, e un orientamento alla carriera.
  • Si possono definire dei consumatori pratici in quanto cercano prodotti funzionali.
  • Prediligono i negozi fisici e preferiscono fare acquisti da soli e non sono influenzati facilmente dalle opinioni degli altri.

Generazione Y o Millennial (nati tra il 1980 e il 1996):

Sono quelli che ricordano l’edizione straordinaria del TG dell’11 Settembre, quelli che avevano un cellulare in mano da adolescenti e quelli che  grazie ad internet si sono inventati nuovi lavori.

Persona rappresentante la generazione Y o Millennial: è un uomo sui 35 anni, bianco, con capelli e barba brizzolati. Sorride in maniera allegra. Alla foto sono applicati in vettoriale un cappellino e un paio di cuffie da walkman al collo.

Sono:

  • meno ottimisti delle generazioni precedenti, tecnologici, orientati alla collaborazione, cercano un equilibrio tra lavoro e vita privata e danno grande valore all’esperienza.
  • Da consumatori cercano esperienze uniche e personalizzate, con un occhio al prezzo e alla sostenibilità.

Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012):

Hanno vissuto in piena crisi globale, finanziaria, climatica, pandemica. Hanno preso parte alla diffusione dei social media.

Persona rappresentante la generazione dei baby boomer: + non-ninary di 25 anni, bianc*, con capelli mossi, occhiali e un copricapo nero.  Ha un ampio sorriso. Applicato in vettoriale un piercing septum al naso.

Sono:

  • iperconnessi, multiculturali, creativi, imprenditoriali. Molto attenti alla sostenibilità, cercano il lato autentico in ogni ambito.
  • Cercano prodotti e servizi personalizzati e su misura per le loro esigenze che però abbiano una forte valenza etica. Sono fortemente influenzati da influencer e dalle opinioni dei loro coetanei.

Generazione Alpha (nati tra il 2013 e il 2024):

Hanno vissuto la pandemia di COVID-19, la guerra in Ucraina e in Israele, conoscono l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale e aumentata.

Persona rappresentante la generazione alpha: è un bambino di circa 10 anni, ha la testa inclinata a desta e sorride con i denti un po' sporgenti. È bianco, ha le lentiggini. Applicato digitalmente c'è un elmetto da astronauta.

Sono:

  • nati con lo smartphone in mano (Nativi digitali), ipersensibili al mondo, molto creativi, individualisti ma aperti alle diversità e focalizzati sulla sostenibilità.
  • Si prevede che saranno ancora più digitali e cercheranno maggiormente la personalizzazione rispetto ai loro predecessori e potrebbero essere fortemente influenzati dalle abitudini di consumo dei loro genitori.

Ora, immagina…

Immagina di essere un’azienda leader nel settore del food. Dalla nascita della tua azienda hai sempre comunicato e lo hai sempre fatto egregiamente, tanto da entrare nelle case dei consumatori e anche nei loro cuori. La tua azienda è sinonimo di famiglia, di tradizione, simbolo dello status quo e di unione a tavola.

Capisci che per rimanere rilevante, come in passato, non basta più fare affidamento solo a questi valori percepiti…

Ad un certo punto però… la disruption!

…perché i valori delle persone stanno cambiando di generazione in generazione!

Così decidi di virare e di produrre cibo più sano e sostenibile, introducendo anche nuove linee di produzione che siano più confacenti le abitudini di vita dei tuoi nuovi clienti, come pasta e sughi pronti più facili e veloci da cucinare.

Segui le esigenze fisiche e valoriali dei nuovi consumatori: prodotti gluten free, varianti di prodotti fatti con farine integrali, alternative veg, misure per aumentare la trasparenza della catena di approvvigionamento delle materie prime e per abbattere le emissioni di carbonio in tutti i processi produttivi.
Ampli e applichi la tua visione del mondo non solo sui prodotti, ma su tutta la filiera che ruota attorno alla azienda.

Devi comunicare e fare tutto per bene.

Per la comunicazione ovviamente, visti tempi e target, ti apri all’online per entrare in connessione con i più giovani: investi nel digital-marketing, su tutte le piattaforme di rilievo, crei campagne autentiche che intercettano i bisogni delle new-gen.

La cucina sana e veloce, impensabile negli anni passati, diventa must-have per avvicinarsi ai nuovi consumatori. Scegli accuratamente food blogger per raccontare la tradizione e l’innovazione, mantenendo il cibo come caposaldo per la convivialità: i vecchi valori che incontrano i nuovi.

Diventi una delle prime aziende a riuscire ad unire musica e attenzione per il cliente in una campagna che è riuscita a coinvolgere un po’ tutti: avendo i tuoi prodotti dei tempi specifici di preparazione, l’idea di creare delle playlist della durata totale di ogni singola preparazione, nominandole con il nome proprio del prodotto, risulta vincente e innovativa, nonché agli occhi dei consumatori la tua azienda sarà percepita come un brand che ha a cuore non solo la fase di vendita ma che anche la fase del consumo possa diventare un’esperienza il più possibile piacevole.

Questo significa entrare nelle case e rimanerci.

Ora che hai fatto breccia nel cuore delle nuove generazioni non puoi di certo indugiare: c’è la Gen Alpha da conquistare, ed è già dietro l’angolo!

Non solo una questione di profitti…

Allargando il business alle nuove generazioni di consumatori ci sono stati altri effetti su cui vale la pena soffermarci.

L’immagine aziendale ora è cambiata e la tua azienda è:

  • Al passo coi tempi e flessibile: i tuoi valori si evolvono all’evolversi del profilo dei tuoi consumatori. Non hai rinnegato i valori fondanti del passato, ma anzi li hai resi più saldi e attuali, potenziandoli in ottica moderna.
  • Innovativa e creativa per quanto riguarda la fase di produzione: hai ascoltato i bisogni dei tuoi nuovi clienti, hai previsto le necessità non espresse dei tuoi prospect e hai fornito delle risposte puntuali a tutti.
  • Attenta alle esigenze del cliente e presente anche dopo che ha acquistato: curare l’esperienza del post-vendita, essere presente, facilitare il cliente nella fase della preparazione dei tuoi prodotti significa che sei presente sempre, dalla genesi del tuo prodotto fino allo smaltimento del packaging. Puoi solo ampliare in modo creativo l’esperienza, per il resto hai già vinto.
  •  Sempre aggiornata e in costante miglioramento dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale: è il target che te lo “impone”, ma l’impatto delle azioni sostenibili che fai con la tua azienda, si amplifica e va a toccare molte più persone.
  • Percepita come capostipite della tradizione culinaria: hai fortificato ancora di più l’idea che il tuo marchio sia la tradizione italiana, in Italia e nel mondo.

Il cambiamento, se sentito e se aiuta l’essere umano può essere un male?

Anche questa volta, crediamo di no.

Ti abbiamo fatto immedesimare in una storia aziendale che, lo ammettiamo, non era minimamente inventata.

L’azienda che abbiamo “immaginato” è Barilla. Ricorderai (o magari ne hai solo sentito parlare) che negli anni d’oro della pubblicità, gli anni ’80, Barilla uscì in TV nazionale con uno spot di circa 2 minuti (guardalo per un momento amarcord, o se non hai idea di cosa sia!). Follia pura dal punto di vista degli slot pubblicitari, nessuno aveva mai fatto una cosa simile. Ai tempi l’investimento in denaro per quello spazio pubblicitario doveva essere a dir poco spropositato. Ma la necessità di entrare nelle case degli italiani e rimanerci per un lasso di tempo immane (in paragone ai 15 secondi canonici della pubblicità televisiva) valeva ogni costo.

E così Barilla diventa veramente “dove c’è casa”.

Per mantenere vivo, attrattivo e presente il brand era necessario quindi fare presa e raccontare la storia anche alle generazioni future, aggiornando temi e tipologia di comunicazione.

Siamo pronti a scommettere che ora, se provassi a chiedere ad un* ragazzin* di 10/15 anni di dire il nome di un marchio di pasta, una delle prime sarà proprio Barilla.

La storia non esiste se non la si comunica.

Cosa ci racconta il Case Study di Barilla? Otto punti per riassumere

  1. Essere presenti dove si trovano i giovani consumatori, investendo in una strategia digitale su piattaforme rilevanti come Instagram, YouTube, TikTok e Spotify è necessario per raggiungerli.
  2. Raccontare la propria storia in modo autentico, crea una connessione emotiva con il pubblico, ma bisogna ascoltare e accogliere il bagaglio valoriale alle nuove generazioni per fare presa.
  3. Coinvolgere influencer e content creator per rendere il marchio credibile agli occhi dei giovani, può influenzare il loro comportamento d’acquisto.
  4. Adattare la propria offerta per soddisfare le esigenze specifiche delle nuove generazioni, introducendo prodotti innovativi che rispondono a stili di vita moderni e veloci è alla a base dell’evoluzione aziendale.
  5. La sostenibilità come fondamento strategico aziendale è una delle chiavi per far breccia nelle case delle nuove generazioni.
  6. Creare esperienze uniche e personalizzate rende il brand parte della quotidianità del consumatore, rimanendoci per tutta la vita del prodotto.
  7. Promuovere il dialogo diretto con il pubblico, ascoltando attivamente i riscontri dei clienti e permette di migliorare o creare nuovi prodotti o servizi.
  8. La flessibilità di rivedere le strategie tradizionali e di adattarsi ai cambiamenti del mercato e del comportamento dei consumatori premia a patto di rimanere fedeli ai valori aziendali.

Ora chiediti…

In che modo posso rendere il mio marchio più autentico? Come posso utilizzare le nuove tecnologie per costruire connessioni significative con le nuove generazioni? Come posso essere un’azienda inclusiva senza sembrare opportunista? La mia azienda è pronta al cambiamento culturale che le generazioni hanno portato e porteranno?

Tocca a solo a te!

Lascia le tue risposte e il tuo punto di vista nei commenti, oppure se vuoi parlarne in maniera più approfondita, scrivici via mail per un faccia a faccia!

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