Probabilmente sì, la tua azienda sopravviverà alla disruption… ma meglio se ti inizia a porre le domande giuste.
La disruption è già qui: cinque anni fa avresti mai pensato di vedere una guerra in un paese dell’Europa? O di sentire che il tuo lavoro può esser fatto meglio e più velocemente da un computer? Di essere immerso in una pandemia mondiale? Di vivere l’estate più calda di tutti i tempi? O di pensare di poter lavorare da ovunque nel mondo?
Sicuramente no.
Questi momenti di rottura dal “solito” è la disruption: nulla sarà più come prima.
Ma il momento giusto è ora. Guarda un po’ più in là e guardati un po’ più a fondo: potresti trovare la chiave per non farti sorprendere dagli eventi, o addirittura spunti per poter estendere i tuoi orizzonti andando a creare valore per te e per i tuoi clienti.
Noi, questa, la chiamiamo LeanKey basata sui valori, quella “chiave di lettura” del mondo che ti fa essere parte attiva del cambiamento in modo agile e che generi impatto dentro e fuori l’azienda al fine di migliorare la vita di tutti.
Ora, immagina…
Immagina di essere in un’azienda leader nella raffinazione e commercializzazione di prodotti petroliferi. Sei presente in tutte le strade e autostrade con le tue stazioni di rifornimento: gasolio, benzina rossa e verde.
Un business stabile, dai mille risvolti, e sicuramente da cifre da capogiro…
Ad un certo punto però… la disruption!
Il trend del mercato dell’energia inizia a mostrare un sempre più netto interesse verso l’energia rinnovabile.
DISRUPTION!
Così lo testi andando un po’ per gradi. Quando i riscontri sono positivi, organizzi la dismissione completa del business del petrolio per sposare la causa green: crei nuove centrali per la produzione di energia pulita, dismetti i vecchi impianti, apri nuove divisioni aziendali, semplifichi e aggiorni i processi legati al vecchio business per transitare verso il nuovo… Tutto è pronto.
Ma come portare colleghi e dipendenti a credere realmente che questa sia la strada giusta?
Devi comunicare e fare tutto per bene.
Via tutto ciò che rappresenta il passato, l’azienda non è più quella originaria, ci siamo evoluti, abbiamo cavalcato la disruption, siamo cambiati: è questo che dobbiamo raccontare.
Prendi le distanze da un passato che però non puoi e non vuoi cancellare: è da lì che vieni e se sei la persona che sei è anche grazie a cioè che hai vissuto. Ma ora c’è una nuova storia da raccontare: la rivoluzione green esiste, è fattibile e la si deve abbracciare.
Tutta la tua comunicazione gira attorno al concetto di benessere ambientale, di attore che agisce per scongiurare la crisi climatica e salvaguardare la salute del pianeta e dei suoi abitanti. A partire dal tuo logo, che prende tonalità più naturali, fino ad arrivare alla comunicazione interna, da e per i dipendenti: tutto ciò che parla della tua azienda e le azioni che intraprendi devono gravitare attorno al concetto portante che hai fatto tuo: la sostenibilità ambientale.
La green-revolution (o green-disruption?) porta anche una maggiore semplicità e agilità rispetto alla gestione del business basato sui carburanti fossili e prevede un minor impiego di forza lavoro. Cultura aziendale, azioni di riqualificazione, formazione, riconversione e tutela dei diritti (quando le condizioni sono particolari) del personale sono tue alleate: se i lavoratori capiscono che il passato non è più sostenibile e se fornisci loro gli strumenti formativi utili per far sì che ci possa esser continuità, nonostante il cambio di mansione, tutto dovrebbe andare per il meglio.
Non solo una questione di profitti…
Sappi che questo nuovo asset aziendale, a cascata, porta ad altri effetti a catena.
L’immagine della tua azienda è cambiata, ed è:
- più appetibile per le nuove generazioni di utilizzatori: questo ti porta a continuare a migliorarti dal punto di vista della sostenibilità e dell’efficienza.
- di interesse per i futuri lavoratori, che non cercano più soltanto il guadagno: devi creare percorsi di welfare, cultura aziendale per attirare persone sempre più valide e mantenerle in azienda.
- meglio allineata a quelle che sono le priorità europee per la Sostenibilità: gli obiettivi da raggiungere si fanno sempre più stringenti. Se parti bene andrà tutto liscio anche in futuro.
- Portatrice di innovazione: avendo anticipato i tempi (potevi benissimo continuare per altri 50 anni a vendere prodotti petroliferi, non avevi la stretta necessità a cambiare core business), diventa sinonimo di innovazione, quasi fantascienza!
- Percepita come altamente tecnologica: essendo precursori, la tu azienda ha bisogno di tecnologia avanzata. La percezione comune è questa e, comunque, non è poi così lontana dalla realtà: la tecnologia ti serve per ottenere una conversione più efficiente dell’energia, per la ricerca d’avanguardia a fine di concretizzare nuove idee per non perdere il vantaggio acquisito.
È solo un modo per ripulirti la coscienza, o vuoi di più?
Sicuramente la tua immagine continuerà ad essere sempre più legata all’energia pulita, piuttosto che al petrolio e quindi, se vogliamo, sì, verrà “ripulita di anno in anno”.
Ma non è greenwashing. Ci troviamo in un periodo storico in cui c’è da chiedersi: come posso contribuire, portando avanti anche gli interessi della mia azienda, a migliorare il mondo in cui viviamo?
Guardati indietro! È esattamente ciò che hai fatto prima quando abbiamo guidato la tua immaginazione: hai seguito un mercato nuovo, che ti permettesse di non snaturare il tuo know-how, la tua indole, che avesse una base solida ora e nel futuro e che, in cima a tutto, non fosse dannoso per le persone e l’ambiente.
Il cambiamento, se sentito e se aiuta l’essere umano può essere un male?
Crediamo di no.
Ti abbiamo fatto immaginare che fosse la tua storia, quella della tua azienda. Ma queste è la storia di ERG, Energia Riccardo Garrone, che da leader nel settore petrolifero fino agli anni ‘90, è diventata uno dei primi produttori europei indipendenti di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Tutta la comunicazione e le azioni intraprese da ERG, dai primi anni 2000 sono state esclusivamente volte a raccontare la sua nuova storia, quella della svolta green.
Cosa ci racconta il Case Study di ERG? Otto punti per riassumere
- L’attenzione e l’analisi degli sviluppi del tuo settore è fondamentale per capire la direzione da prendere in futuro (più o meno prossimo);
- Essere i primi ripaga, e il tempismo è un fattore che può fare davvero la differenza;
- Il momento ideale per cambiare è ora ed è meglio non farlo combaciare con il periodo di crisi o durante un’emergenza (si sa, la fretta è cattiva consigliera);
- La storia, aziendale e personale, è alla base delle decisioni sul futuro e non la si può omettere o nascondere;
- Quando si passa da uno stato A (precedente – il business del petrolio) ad uno B (nuovo – il business nelle rinnovabili), spingi e concentra tutto sulla comunicazione del valore che porta di B (essere sostenibili);
- Il cambiamento fa paura. Ma la paura la si sconfigge informando, comunicando in modo chiaro e agendo per il bene delle persone (che sono anche il bene dell’azienda);
- Rinnovarsi e innovarsi genera delle reazioni a catena: prepararsi e prevedere è fondamentale
- Considerare il capitale umano aziendale come prioritario e da tutelare nel miglior modo possibile è una scelta vincente
Questo articolo è il primo della serie “Fatti una domanda… e datti una risposta” in cui andremo insieme a esplorare diversi ambiti delle disruption del nostro tempo e creare risposte in ottica LeanKey di valore: dall’ESG, all’intelligenza artificiale, dallo sviluppo dei valori aziendali, alla comunicazione basata su chi sei veramente.
Dove ci porterà questa serie? Non lo sappiamo con certezza. Sappiamo che vorremmo far nascere in te che leggi un sentimento tale da dare voce a dubbi e riflessioni per instaurare discussioni e dialoghi su argomenti importanti. Non solo in ottica di impresa e profitto, ma soprattutto per fare cultura dell’innovazione e dar vita al cambiamento che possa far bene a tutti, ambiente incluso, ovviamente.
Ora chiediti…
Quanto vale oggi il business della mia Azienda? Come sarà il mio settore tra 10, 30, 50 anni? Rimarranno invariate le priorità di azione e di interesse del mio agire? C’è un bene superiore a cui aspirare e tendere non solo come singolo, ma anche come organizzazione? Come posso continuare a gestire e lavorare in azienda mentre cerco di capire come creare un qualcosa che abbia un impatto anche per la comunità?
Tocca a solo a te!
Lascia le tue risposte e il tuo punto di vista nei commenti, oppure se vuoi parlarne in maniera più approfondita, scrivici via mail per un faccia a faccia!